Friarielli in guantoni da Boxe

orlandocruzjorgepazosvorlandocruzaysrgs_po7gldi Tom Dacre

Durante una puntata del Grande Fratello Vip (programma su cui non mi esprimo) il pugile Clemente Russo, argento olimpico a Pechino e Londra tra i pesi massimi e concorrente del reality, ha definito  “friariello” un altro concorrente del programma, Bosco Cobos, per sottolinearne l’omosessualità.
L’accaduto, oltre a mostrare l’omofobia del pugile in questione, di certo non fa onore alla nobile arte del pugilato, dove ci sono stati esempi di campioni friarielli, come il peso piuma portoricano, Orlando Cruz, soprannominato El Fenòmeno, ancora in attività, che si è dichiarato omosessuale nel 2012.

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Emile Alphonse Griffith

Altro esempio di campione friariello è l’afroamericano Emile Alphonse Griffith, venuto a mancare nel 2012, che dichiarò la propria bisessualità (eh sì, esistiamo anche noi bisex) tardivamente, nel 2005, anche se era già nota quand’era in attività e quando deteneva il titolo di campione mondiale dei pesi welther, tra il 1962 e il 1968.
Furono per lui anni difficili, non solo Griffith era friariello, ma era pure negro, in un’epoca in cui entrambe le categorie erano discriminate, anche legalmente, nei democratici Stati Uniti d’America: le leggi segregazioniste prevedevano meno diritti civili per la cittadinanza nera e scuole, ristranti bagni pubblici e posti sui mezzi di trasporto dedicati, diversi da quelli delle persone bianche; l’omosessualità in molti Stati dell’Unione era punita con il carcere.

 

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Griffith durante l’icnontro che fu fatale a Benny Paret

Il peso delle discriminazioni cui Griffith era sottoposto fu visibile nel match che gli consegnò il titolomondiale, il 24 marzo del 1962; in quell’occasione l’avversario, Benny Paret, gli diede del marìcon (frocio in spagnolo), credendo così di abbatterlo e sminuirlo, sortendo l’effetto contrario: l’orgoglio e la rabbia di Griffith aumentarono, la forza dei suoi affondi fu enorme, e i suoi colpi, purtroppo, portarono Paret al coma e, dieci giorni, dopo alla morte.
A Griffith l’amarezza per la morte dell’avversario rimase tutta la vita, tuttavia il suo perseverare a partecipare a uno sport nonostante l’odio e le discriminazioni, sono un esempio per la comunità LGBT+ e non solo.

 

Omofobia: domani 1° Ottobre associazioni in protesta a Roma, in piazzale Flaminio

contromofobia-flyerDopo gli ultimi due eclatanti atti omofobi consumatisi prima nella Gay Street, cuore della movida LGBTQI che ha visto crescere generazioni di persone omosessuali e poi nel centralissimo quartiere Flaminio, dove lo scorso 26 settembre un ragazzo di vent’anni è stato aggredito da tre sconosciuti scappati all’arrivo dei passanti pronti a soccorrerlo, le Associazioni LGBTQI lanciano un appello e si danno appuntamento Sabato 1° Ottobre Piazzale Flaminio dalle 17 alle 18, per un Flash Mob di protesta mirato a porre l’attenzione sui lavori riguardanti la Legge contro l’Omofobia.

Stanchi e stanche di subire azioni violente guidate dall’odio, le associazioni Anddos-Gaynet Roma, Circolo di Cultura Omosessuale Mario Mieli, Famiglie rcobaleno,  Di’GayProject, Agedo Roma, Equality Italia, Gaycs, I Mondi Diversi, Uaar Roma, Beyond Differences Onlus, OmofobiaStop, Ass.ne GayStreet Roma e Gay Villagedanno appuntamento a tutti i sostenitori e tutte le sostenitrici dei diritti civili presso Piazzale Flaminio, dove avrà luogo un Flash Mob di denuncia della mancanza di tutela verso le persone vittime di omofobia e di ogni discriminazione.
La mancanza della Legge contro l’Omofobia ha una eco molto forte soprattutto in queste ore in cui si consumano violenze gratuite ed ingiustificabili  cui i media stanno dando il giusto risalto.
I casi di violenza sono migliaia in un Paese dove la violenza omofoba trova ancora troppo spazio rimanendo impunita e prolificando nel degrado culturale in cui la società sta versando.

Ci domandiamo infine la sindaca Virginia Raggi cosa attenda a convocare il tavolo comunale delle associazioni lgbtqi, che da alcuni anni produce centinaia di iniziative, progetti e, formula proposte culturali e sociali per contrastare l’omofobia.

Le domande poste dalla folla mirano ad instaurare un dialogo con la giunta appena insediata, affinché questa possa fornire loro delle risposte su quali saranno i provvedimenti e le politiche sociali per migliorare la nostra città, proprio in tema di omofobia e di informazione.

Attenzione e riguardo sono rivolte anche e soprattutto verso il governo, da cui il movimento aspetta risposte concrete, perché nel 2016 è inaudito che le perosne omosessuali bvengano aggredite, derise o emarginate perché omosessuali! 

E’ ora di agire. E’ ora di legiferare!

Ci vediamo tutte e tutti Sabato 1° Ottobre
in piazzale Flaminio
alle ore 17.00

Fertility day. Aderiamo alla contro manifestazione Fertility fake: sessualità consapevole e adozione per tutte le coppie, anche quelle omosessuali,

Lanciata oggi da attivisti e attiviste in tutta Italia, il Fertility Fake è una protesta ironica e tagliente contro il Fertility Day la giornata per la sensibilizzazione alla fertilità voluta dalla Ministra Lorenzin, che presenta la maternità come scelta imposta da un dovere pubblico in un quadro ideologico a dir poco inquietante.
Sei davvero realizzata solo se fai un figlio, sei utile se fecondi, è famiglia se fatta da un uomo e una donna e la prole è biologica, denuncia la “Signorina effe”, il personaggio-testimonial del video che invita agli oltre 10 flash mob in tutta Italia sotto lo slogan Siamo in attesa, per ricordare tutto ciò di cui c’è davvero bisogno per diventare genitori (case, asili nido e lavoro).

Nella contro-manifestazione si parla anche di adozioni per le coppie dello stesso sesso, un tema imprescindibile quando parliamo del diritto alla genitorialità in quadro libero da pregiudizi e che parte da una realtà sociale in cui le formazioni familiari sono variegate e plurali.

14372051_1231946686846415_6733298766667007183_o-kc3-u10907493333728yg-1024x576lastampa-itIl tema riguardante le scelte sul proprio corpo, infine, ci riporta a una questione di importanza cruciale nel nostro Paese: è surreale che si propongano messaggi come quelli inviati dalla Ministra  in un Paese in cui non esiste alcuna forma di educazione sessuale nelle scuole e gli ospedali non hanno profilattici a disposizione.
La sessualità, e quindi anche la procreazione, è libera se è consapevole.

Per questi motivi, il circolo Anddos-Gaynet Roma aderisce convintamente alla mobilitazione del prossimo giovedì 22 settembre.

Per parteciapre al Flash Mob armati di:

– un cuscinone
– una clessidra
– una gran faccia tosta
e scendi in piazza con noi.

Sarà un grande #FertilityFake! A Roma e in tante altre piazze.

Gli appuntamenti per adesso previsti sono:
A Roma in piazza di Spagna alle 10.00
A Firenze in piazza dei Ciompi alle 18.30
A Napoli in piazza Bellini alle 18.30
A Torino in piazza Carignano alle 18.00
A Padova alle 16.30 in piazza delle Erbe
A Pisa, ore 18.00 in piazza Garibaldi
A Pescara ore 16.00 in piaza Salotto
A Bari ore 9.00 all’Università, Piazza Umberto I
A Perugia ore 18.00 in Corso Vannucci
…In continuo aggiornamento: segui l’evento Facebook.

Il punk è anche lgbt

image001   di Tom Dacre Nei locali LGBT si ascolta solamente musica pop, senza mai un accenno di metal, nonostante i molteplici artisti LGBT presenti nella scena metal, ne’ un accenno di musica punk, sebbene il punk sia stato molto dissacrante verso gli stereotipi di genere e contro le discriminazioni e il perbenismo e il puritanesimo della società borghese.

Nato a metà degli anni ’70 in inghilterra il punk si mostrò subito come una cultura di rottura, con una musica poco curata, molto veloce e rude, costituita da sonorità semplici e disturbanti, diversa dalle sonorità e dagli accordi ricercati e difficili della cultura rock precedente. La moda punk dissacrava il modo di vestire classico in modo provocatorio: capelli corti, sia per maschi che per femmine, e colorati, giubbini in jeans o in pelle, pantaloni strappati, kilt portati sia da uomini che da donne, collant strappati portati da entrambi i sessi, catene, borchie, lucchetti con catena portati come collana, collari sadomaso, stivali anfibi militari, già nelle prime formazioni punk c’erano artisti dichiaratamente LGBT, come Pete Shelley, il cantante della band punk inglese The Buzzcocks dichiaratamente bisessuale.

image004Uno dei simboli che ha caratterizzato la subcultura punk sin dal ‘77 è la capigliatura con la cresta detta a moicano, spesso colorata, introdotta da Derby Crash, cantante della band punk statunitense The Germs, che era apertamente omosessuale, anche se non è purtroppo una figura nota alle persone LGBT.

Le canzoni punk erano principalmente di provocazione, e parlavano di caos e violenza, anche se la band punk inglese Crass introdusse anche temi più politici e di lotta,  i Crass credevano in una società anarchica, priva di sfruttamento e gerarchie, e le loro canzoni si schieravano contro razzismo, omofobia, sessismo e discriminazioni.

Uno dei sottogeneri più noti del Punk,  l’HardCore Punk (HC Punk), nato in California nell’81 con la band D.O.A, si distingue per le creste colorate, gli abiti provocatori sadomaso e in pelle, oppure per i ben meno vistosi abiti skater, con scarpe larghe da skate, maglie larghe, pantaloncini e cappelli con visiera.
Nella loro musica aumenta la velocità, e la voce diventa molto più stridula,  i temi rimangono comunque quelli di ribellione al sistema e quelli di denuncia al razzismo, al sessismo e all’omofobia, e la critica al sistema capitalista.

image003Tra le band l’HardCore Punk statunitensi una delle più note, gli MDC, ha scritto testi fortemente antiomofobi quali “America So Straight?” e “Pay to Come Along”, e il loro cantante, Dave Dictor, eterosessuale, come critica al sessismo si è esibito anche vestito da donna,  e ha appoggiato molto le battaglie della comunità LGBT.

Nonostante molti artisti punk sia etero che queer abbiano appoggiato la comunità LGBT, purtroppo nella comunità LGBT sono in pochissimi ad apprezzare questo tipo di musica e la sua cultura. Ci auguriamo che questa tendenza possa cambiare e che molte persone LGBT si interessino a tale cultura che, con le sue provocazioni e la sua musica, ha dato loro un grande appoggio.