Violenza sessuale a Sarno: necessaria educazione sessuale nelle scuole

stuproL’episodio di Sarno, lo stupro di gruppo di una ragazza sedicenne da parte di un branco di coetanei, è l’ennesimo allarme di un tema irrisolto che riguarda la sessualità e l’educazione nelle scuole. Come dimostrano molti altri episodi di questo genere purtroppo, siamo di fronte ormai a una questione di sicurezza.

Cosa ci aspettiamo da un Paese in cui, nell’epoca della connettività globale, l’unico strumento di educazione sessuale è rappresentato dal mare indistinto di finzione e realtà presente sul web? L’Italia è l’unico Paese che non affronta in alcun modo l’educazione sessuale nelle Scuole. In Europa, come spiegato nelle linee guida dell’OMS, si seguono diversi modelli, l’insegnamento specifico, l’introduzione dell’argomento in altre materie, la realizzazione di momenti di formazione e progetti specifici. Attualmente, è stato fatto un piccolo passo avanti con l’articolo 16 della “Buona Scuola”, che si ferma tuttavia alle questioni di genere e dev’essere ancora implementato sul piano dei decreti attuativi. Va chiarito che, per l’OMS, quando si scrive educazione sessuale si legge anche educazione alle differenze di genere, in particolare modo con la dicitura educazione sessuale “olistica”.
Ci aspettiamo quindi che simili episodi possano dare spunto ad una sempre più efficace sinergia tra associazioni e istituzioni, affinché si possa agire finalmente anche su questo terreno.

Rosario Coco

Presidente Nazionale Anddos

Buon lavoro a ‪Virginia Raggi‬, auspicando che sia chiamata “sindaca” e non “sindaco donna”

rome

Il circolo Anddos-Gaynet Roma augura buon lavoro a Virginia Raggi nuova sindaca di Roma. Al di là delle posizioni politiche del Movimento 5 Stelle, da oggi si apre una nuova fase per la città, in cui anche le istanze legate alle persone LGBTI, ai temi dei diritti civili, all’educazione alle differenze e alla sessualità consapevole dovranno necessariamente trovare spazio nell’azione politica della nuova amministrazione. Per il momento, ci limitiamo a registrare il fatto che troppi media hanno parlato di “sindaco donna” , senza considerare il femminile della parola sindaco. Il sessismo, uno dei pilastri dell’omofobia, si supera anche a partire dal linguaggio, poiché parlare di donna sindaco significa dire che il sindaco è necessariamente un mestiere da uomo. I nostri auguri, quindi, alla nuova sindaca di Roma, alla quale chiederemo presto un incontro per instaurare un’interlocuzione efficace tra amministrazione e associazioni LGBTI.

Rosario Coco
Presidente Anddos-Gaynet Roma

Linguaggio e pregiudizi. Anddos-Gaynet Roma alla Gay Croisette

pride pregiudiziPregiudizi e molto altro. Di questo si è parlato ieri alla Gay Street, nell’ambito dell’iniziativa promossa dal Circolo Anddos-Gaynet Roma, “Ma davvero i gay vestono di rosa e le lesbiche sono camioniste?”, che si inseriva nell’ambito degli eventi della Gay Croisette per il prossimo Roma Pride.

Il dibattito è stato introdotto da Rosario Coco, Presidente di Anddos-Gaynet Roma, attraverso la proiezione del video del gruppo The Jackal, “Cosa pensano alcune persone quando incontrano un gay” .

Sono intervenuti successivamente Valerio Mezzolani, Segretario di Gaynet, sul tema del Pride e dei pregiudizi ad esso legati, Titty Gaudio, sui luoghi comuni e le problematiche affrontate dalle persone transgender che si candidano alle elezioni, e infine Francesco Pellas, di Link Roma3, che ha illustrato il modo in cui le realtà studentesche stanno affrontando i temi dell’omofobia e del sessismo nel mondo universitario.

Fra i punti che sono stati toccati vi è stata questione dei riconoscimenti istituzionali al Pride: solo dopo il patrocinio delle ambasciate di Canada, Stati Uniti e Francia, il Roma Pride è stato investito solo all’ultimo minuto anche del patrocinio di Roma Capitale. Queste resistenze, come è stato fatto notare, sono certamente legate ad una serie di luoghi comuni che permangono purtroppo nell’immaginario collettivo, vecchi stereotipi ma anche nuovi mantra. Ad esempio, come accaduto a Firenze, è stato negato il patrocinio al Pride in quanto “tema che divide”. Non solo, quindi, il classico argomento della “carnevalata”, ma anche un’obiezione di merito che disconosce il valore universale di una manifestazione che è fondata su principi di libertà e liberazione che riguardano tutta la cittadinanza, oltre ad essere la commemorazione dei moti di Stonewall del 1969. Da qui l’appello degli intervenuti: “l’approvazione delle unioni civili non deve dar luogo ad una “normalizzazione” delle differenze, ma deve al contrario essere l’inizio di un processo che include tutte le diversità sotto il principio dell’uguaglianza dei diritti”.

In questo processo, la lotta ai luoghi comuni più radicati nel linguaggio, in particolare quelli legati alla cultura maschilista e patriarcale, svolge certamente un ruolo di primo piano.

(Da www.anddos.org).

La redazione