Ieri 5 marzo la manifestazione Ora diritti alla meta, dove decine di migliaia manifestanti hanno colorato piazza del Popolo a Roma per dire che le unioni civili sono un primo indispensabile passo ma che l’obiettivo è la piena e totale uguaglianza del matrimonio.
Oltre alla segretaria CGIL Susanna Camusso, che ha salutato i manifestanti dal palco ricordando la connessione fra le rivendicazioni della piazza e i temi delle discriminazioni sul lavoro, presente anche Amnesty International e Telefono rosa.
Quasi trenta le associazioni organizzatrici intervenute sul palco, aperto da Marilena Grassadonia di Famiglie Arcobaleno a ricordare che sono proprio i diritti dei minori ad essere stati esclusi dal ddl Cirinnà uscito dal Senato dopo lo stralcio dell’adozione del configlio.
Tanti gli artisti e gli ospiti che hanno voluto offrire il proprio contributo, da Giulia Innocenzi che ha servito la causa come presentatrice a Francesca Vecchioni, Emma Marrone e Paola Turci.
Noi di Gaynet abbiamo voluto fornire il nostro contributo con una riflessione sul valore delle parole, uno dei temi che più ci stanno a cuore (ricordiamo che qua sul nostro sito è scaricabile una versione dello Stylebook, glossario di termini a tema LGBT per tutti gli operatori dell’informazione).
Ecco una trascrizione del mio discorso dal palco di ieri per Gaynet.
Valerio Mezzolani
“Care e cari tutt*,
sui giornali, sui telegiornali, sui social network in questo ultimo periodo si sono lette tantissime parole su di noi e per fortuna, una cosa che, possiamo dircelo, ci fa molto piacere anche perchè non era mai avvenuta prima.
Tanti giornalisti però, troppi, hanno usato frequentemente espressioni come ‘matrimonio gay’, ‘adozioni gay’, ‘nozze gay’, che non rendono giustizia né a noi né, tantomeno, alla lingua italiana.
Il matrimonio infatti, in lingua italiana, è un istituto che indica l’unione fra due persone a prescindere dal sesso e noi non abbiamo alcuna intenzione di regalare la lingua italiana agli omofobi della cosiddetta famiglia tradizionale; perchè siamo italiani anche noi e questa lingua è anche nostra!
Sull’espressione ‘adozioni gay’, poi, non ci sarebbe nemmeno da discutere. Vi pare che un’adozione possa essere etero o omosessuale? Adozione è adozione, e noi la rivendichiamo in quanto persone.
Poi c’è un’altra espressione, questa davvero infame, che si è fatta strada ultimamente; riguardo alla gestazione per altri, definita ‘utero in affitto’. Chi usa questa frase vuol dire una ed una sola cosa: che le donne sono oggetti. Ecco perchè questa lotta non è solo nostra, è la lotta di tutti coloro che sono uniti contro il sessismo patriarcale!
Noi di Gaynet, in conclusione, vorremmo che quando si usano le parole si tenessero in conto anche i contenuti.
‘Nomina nuda tenemus’, diceva Umberto Eco ne Il nome della rosa, ‘possediamo soltanto nudi nomi, nude parole’. Siamo noi a dare un contenuto a queste nude parole, non è un libro sacro, non è la legge, siamo noi con le nostre testimonianze, le nostre esperienze, le nostre vite.
Matrimonio, adozione, facciamo nostre queste parole, perchè la nostra è anche una rivoluzione culturale, e possiamo esserne fieri!”
Autore: Rosario Coco
Ora diritti alla meta – fotoracconto e video
Una piazza del Popolo piena, nonostante il tempo avverso e i circa 10 giorni in cui è stata organizzata, Diritti alla meta, una grande manifestazione in cui hanno trovato spazio in maniera determinata e compatta la voglia di esprimere indignazione per quei diritti ancora negati dalla legge sulle unioni civili approvata in Senato e la voglia di rilanciare una nuova stagione di libertà e uguaglianza. Il movimento ha dimostrato di potersi muovere indipendentemente dall’agenda della politica. Dalla piazza è arrivato un chiaro segnale per l’approvazione immediata della legge alla Camera, nonostante si tratti di una soluzione parziale, e, al contempo, un chiaro messaggio per la piena uguaglianza e il matrimonio egualitario.
Sul palco, tra gli interventi delle associazioni, anche Emma Marrone e Paola Turci. Splendido il momento finale con i bambini e le bambine di Famiglie Arcobaleno insieme sul palco al sottofondo di “Arriverà l’amore”. In piazza ha avuto spazio anche il tema della sessualità consapevole, una delle battaglie del futuro: Anddos ha distribuito oltre 1000 preservativi in tutta la piazza, per testimoniare la necessità di un forte impegno sul tema dell’educazione sessuale per rendere tutte e tutti capaci di vivere concretamente la propria identità. (Foto: Jessica Guidi)
La redazione
Unioni Civili, il PD rompa gli indugi e usi subito il canguro
Siamo indignati dallo spettacolo grottesco al quale stiamo assistendo in Senato sulle unioni civili, un coacervo di ignoranza e presunzione indegno delle nostre istituzioni in cui si è persino arrivati a negare un anno di dibattito in commissione. Siamo costretti ad assistere all’ennesimo rinvio del voto sugli emendamenti, slittato a martedì prossimo. Durante la discussione di ieri è ormai chiaro che la Lega non cederà il passo sugli emendamenti: per questo motivo, il PD deve avere il coraggio di rompere gli indugi e utilizzare sin da subito l’emendamento canguro, che eliminerebbe gli oltre 5000 emendamenti e scongiurerebbe un rinvio del voto finale dopo il milleproroghe a Marzo. Il canguro sgombrerebbe anche il campo dalla maggior parte degli emendamenti dell’area cattolica del PD rompendo di fatto anche l’empasse sulla questione libertà di coscienza, che dopo l’assemblea dei senatori PD svoltasi ieri e conclusasi con un nulla di fatto, si è drammaticamente riaperta anche tra i democratici.
E’ il momento dei fatti quindi: ci aspettiamo concretezza e voto immediato sulla linea della proposta Cirinnà con stepchild adotpion già garantita dal M5S e da Sinistra italiana. Uno slittamento del voto dopo il milleproroghe sarebbe davvero intollerabile.
Imma Battaglia, Presidente Onorario DGP
Rosario Coco, Presidente Anddos-Gaynet Roma
Maria Laura Annibali, Presidente DGP
Adriano Bartolucci Proietti, Presidente Nazionale Gaycs
Unioni civili, delega alla famiglia a NCD? siamo a mercato dei diritti
“Ci domandiamo quali famiglie possa tutelare il nuovo centrodestra, un partito che sostiene apertamente la piazza omofoba del family day e che ha perso da tempo di vista i problemi veri delle famiglie italiane, essendo del tutto impegnato a ripetere ogni giorno che due persone omosessuali non sono famiglia. L’attribuzione della delega alla famiglia ad Enrico Costa, che oggi giurerà come nuovo Ministro per gli Affari Regionali è un evidente segnale di disponibilità a mediare al ribasso sul tema dei diritti e delle politiche familiari, che ci pone in allarme sia per la discussione della legge Cirinnà nei prossimi giorni, sia per il futuro delle politiche che riguardano concretamente il welfare e le discriminazioni”. Lo dichiarano in una nota congiunta Imma Battaglia, Presidente Onorario DGP, Rosario Coco, Presidente Anddos-Gaynet Roma, Maria Laura Annibali, Presidente DGP, Adriano Bartolucci Proietti, Presidente Nazionale Gaycs.
“Proprio alla vigilia del family day, in cui andrà in scena la mistificazione dei bisogni delle famiglie italiane, prima si rimanda il voto delle pregiudiziali sulla legge Cirinnà e poi si offre una delega a chi è politicamente vicino ad una piazza ideologica, di parte e mendace – continua la nota – Noi rifiutiamo l’idea di qualsiasi contropartita sul tema dei diritti: la famiglia è un tema di tutti e gli unici che qui perdono qualcosa sono coloro che cercano di mietere consenso sul pregiudizio e l’ignoranza. Ci saremmo invece aspettati che la discussione della legge fosse finalmente accompagnata dall’attribuzione della delega delle pari opportunità, rimasta vacante ormai da oltre un anno. Adesso vorremo sapere dal governo, quali famiglie riguarderanno le future politiche di welfare familiare? Quali altri schiaffi dovremmo sopportare? E’ anche per questi motivi che continueremo a seguire in presidio la legge a partire da martedì prossimo alla 16.00, in piazza delle Cinque Lune”.
Fonte: Omniroma