Nell’intervista di Rai Radio 2 di cui è stato protagonista, Mauro Coruzzi, alias Platinette, parla anche di omofobia, dicendo che la modernità, con la sua voglia di ostentare e raccontare, ha peggiorato le cose a differenza del passato, quando si salvavano le apparenze. Ha poi detto anche che non c’è qualcuno che ogni notte punta ad ammazzare gay, lesbiche e omosessuali (intendendo forse bisessuali e persone trans) pur essendoci qualche cretino, e che preferiva quel tipo di borghesia che ammetteva tutto e non diceva niente. Quel tipo di società borghese, dove chiunque faceva ciò che voleva, ma almeno la facciata era rispettata.
L’idea (sic) che la colpa della violenza omo-bi-transnegativa sia da imputare alle persone della comunità LGBT+ che ostentano è la stessa che incolpa le ragazze che perché indossano minigonne o altri abiti ritenuti succinti se la sono cercata.
La colpa di chi ostenta sarebbe quella di non rientrare nell’etica eteronormata e patriarcale.
In realtà non c’è alcuna ostentazione: si tratta di una visibilità ineludibile che deriva dal proprio manifestarsi al mondo. Se le persone lgbt+ ostentano lo fanno anche le persone etero solo che loro non se ne rendono conto oppure, pensano che ostentare sia permesso solamente a loro.
Platinette, come ogni persona anziana, rimpiange lo status quo della propria gioventù. Quando si sapeva ma non si vedeva, meglio, non si doveva vedere.
Perché vedere due uomini che si baciano può dare fastidio a qualcuno. Un uomo e una donna no.
Essendo ogni orientamento sessuale una variante del comportamento umano, perché si dovrebbe ostentare solamente l’eterosessualità, come se fosse la sola naturale?
Qual è mai il danno che l’eterosessualità riceve dall’ostentazione lgbti+?
Non ne viene limitata la libertà, perché quell’ostentazione non ne impedisce l’altra, ne lederebbe solamente il primato: l’ostentazione lgbti+ indica che, all’etica che intende la donna subalterna all’uomo in nome di una presunta complementarietà scritta nella biologia, esiste un altro modello interpretativo più libero costituito da persone, uomini e donne e oltre, che sono comunque alla pari, senza subalternità alcuna.
Due uomini che si baciano non fanno schifo, preoccupano per una libertà che agli occhi di chi si disgusta è preclusa.
Un’etica che impone a certi esseri umani di nascondersi e di alienarsi è un’etica sbagliata, perché discrimina e crea asimmetrie, che non rispetta i fondamentali diritti dell’essere umano e va dunque rottamata.
Chi pretende di anteporre un’etica che discrimina, separa, rende inferiori una parte della popolazione (poco importa se di minoranza) va contro il benessere degli individui (di tutti gli individui perché i diritti o sono di tutte le persone o non ne sono di nessuna), come ci ricorda lo Stato etico di mussoliniana memoria.
A 50 anni dai moti di Stonewall, il Pride, soprattutto in Italia, mostra ancora tutta la sua importanza. Ora più che mai.