Cecenia, Ambasciata russa rifiuta le firme di Amnesty, attivare in Italia la legge sulla protezione internazionale

Oggi, nei pressi dell’ambasciata russa a Roma in Via del Castro Pretorio,   Amnesty International – Italia ha provato a consegnare invano all’ambasciata russa le oltre 40.000 firme raccolte contro le torture e le uccisioni degli omosessuali in Cecenia. Erano presenti All Out, diverse realtà lgbti romane, il coordinamento Roma Pride, il collettivo Prisma – Sapienza e i giornalisti di Pressing Nobavaglio. Il circolo Anddos-Gaynet Roma – è sceso in piazza insieme alle altre realtà con i simboli del movimento Noi esistiamo
Lo abbiamo detto in 5 lingue, compreso l’inglese, perché non esiste una cultura immune all’omo-transfobia e quello che accade oggi in #Cecenia può accadere in tutte quelle altre parti del globo, specie nei 78 Paesi in cui purtroppo l’omosessualità è ancora punita con la tortura, il carcere e in alcuni casi la pena di morte.

 
E grave che l’ambasciata russa si sia rifiutata di ricevere le firme raccolte da Amnesty, gesto reso ancora più preoccupante dal fatto che in Europa solo le ambasciate russe di Spagna e Danimarca hanno accettato le firme.   Vogliamo che il nostro governo prenda una posizione forte contro quello che sta accadendo in Cecenia, come hanno i ministri degli esteri di Spagna, Francia, Germania e altri Paesi europei, perché si tratta di un crimine contro i diritti umani che interessa tutti e tutte. 
 
Quando si nega l’identità si nega la libertà delle persone, tenendole letteralmente in catene, come è stato rappresentato oggi in piazza. Anche persone eterosessuali sono state probabilmente imprigionate, per il semplice fatto di “non sembrare” etero o avere avuto contatti con altri omosessuali. E’ necessario facilitare l’accoglienza delle persone che tentano la fuga dalla Cecenia attuando la normativa italiana sulla protezione internazionale, che proprio in queste settimana copie 10 anni, e facilitando le richieste d’asilo per chi è perseguitato per reati non previsti dal nostro codice penale. Non ci fermiamo e lo diciamo forte:
Noi esistiamo! – #我們存在 – #Tunaishi – #Weexist –#мысуществуем! – ‎#‎‎نحن موجودون

Roma, inizia il presidio al Senato per le unioni civili – FOTO

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Ha avuto inizio oggi il presidio di fronte al Senato da parte delle associazioni LGBTI e della società civile, contemporaneamente alla discussione in aula della proposta di legge Cirinnà. Per la prima volta un provvedimento che riguarda le coppie dello stesso sesso e le coppie di fatto in generale arriva in un’aula parlamentare. Presenti anche le organizzazioni studentesche, realtà come a Amnesty international e diversi cittadini  accorsi per manifestare la propria voglia di cambiamento. Obiettivo, far sentire il “fiato sul collo” ai senatori durante tutta la discussione e porre importanti questioni politiche, quali ad esempio l’ennesimo slittamento del calendario:

“Lo spostamento del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità alle unioni civili, fino a ieri previsto per giovedì 28 gennaio, è certamente un vantaggio per la piazza omofoba del family day”, dichiarano, in una nota congiunta, Rosario Coco – Presidente Anddos-Gaynet Roma, Imma Battaglia – Presidente Onorario Dì Gay Project, Maura Laura Annibali – Presidente Dì Gay Project, , Adriano Bartolucci Proietti – Presidente Nazionale Gaycs.

12642684_887275408058762_4699890381891130398_n“Le persone sono stanche di questi continui rinvii su un tema cosi importante, specialmente in vista di una piazza in cui andrà in scena il peggiore festival dell’omofobia. Ci aspettiamo una posizione netta da parte del governo nei confronti di chi porterà le persone a Roma con le scuse più incredibili, dal “pellegrinaggio” alla “difesa dei bambini”, per negare i diritti degli altri.

12647426_10153833536129534_3865022185730500175_nDa oggi e nei prossimi giorni – aggiungono –  saremo in presidio per ribadire l’assoluta necessità di questa legge, il minimo sindacale che il governo è riuscito a produrre sui diritti delle coppie omosessuali, e alzare la voce sui temi che riguardano la laicità e i diritti, come la legge contro l’omotransfobia, l’educazione sessuale nelle scuole e, infine, il matrimonio egualitario, che dovrà essere il punto di arrivo della nostra battaglia. Pretendiamo che dal Senato esca la migliore legge possibile e ci aspettiamo in questo senso uno sforzo da parte di tutte le forze laiche e democratiche”. 

Per gli studenti è intervenuta anche Serena Fagiani di Link Coordinamento Universitario, che ha sottolineato l’importanza dell’educazione sessuale nelle scuole e della battaglia culturale sui diritti. “No mediazione, si uguaglianza” è il messaggio che si legge sulle lettere “indossate” di studenti e attivisti delle associazioni insieme, che durante il presidio hanno composto questo messaggio con caratteri “umani”.

Intanto, parte anche la campagna “Family every Day”, promossa, dalle associazioni Condividilove, Famiglie Arcobaleno, Mario Mieli, e dalle realtà  commerciali Muccassassina, Giam e Coming out, in risposta alla piazza di sabato prossimo 30 gennaio, in cui si raduneranno le forze conservatrici.

L’appuntamento in Senato, con il primo voto sulle pregiudiziali di costituzionalità, è adesso per martedì 2 febbraio, alle ore 16:00. Confermata per la stessa ora la mobilitazione delle associazioni.

www.anddos.org