L’episodio di Sarno, lo stupro di gruppo di una ragazza sedicenne da parte di un branco di coetanei, è l’ennesimo allarme di un tema irrisolto che riguarda la sessualità e l’educazione nelle scuole. Come dimostrano molti altri episodi di questo genere purtroppo, siamo di fronte ormai a una questione di sicurezza.
Cosa ci aspettiamo da un Paese in cui, nell’epoca della connettività globale, l’unico strumento di educazione sessuale è rappresentato dal mare indistinto di finzione e realtà presente sul web? L’Italia è l’unico Paese che non affronta in alcun modo l’educazione sessuale nelle Scuole. In Europa, come spiegato nelle linee guida dell’OMS, si seguono diversi modelli, l’insegnamento specifico, l’introduzione dell’argomento in altre materie, la realizzazione di momenti di formazione e progetti specifici. Attualmente, è stato fatto un piccolo passo avanti con l’articolo 16 della “Buona Scuola”, che si ferma tuttavia alle questioni di genere e dev’essere ancora implementato sul piano dei decreti attuativi. Va chiarito che, per l’OMS, quando si scrive educazione sessuale si legge anche educazione alle differenze di genere, in particolare modo con la dicitura educazione sessuale “olistica”.
Ci aspettiamo quindi che simili episodi possano dare spunto ad una sempre più efficace sinergia tra associazioni e istituzioni, affinché si possa agire finalmente anche su questo terreno.
Rosario Coco
Presidente Nazionale Anddos