Roma, bene prima unione civile il 22 ottobre, ma aspettiamo ancora incontro con Virginia Raggi 

20150128_102259
Abbiamo finalmente una data, il prossimo 22 ottobre, per la prima unione civile della Capitale, quella tra gli amici Daniele e Christian, a quali auguriamo davvero il meglio per il loro futuro di famiglia, sperando che questo parziale strumento giuridico possa presto essere sostituto dal matrimonio egualitario.
Questo tuttavia non basta: Roma arriva a questo appuntamento con un considerevole ritardo rispetto a comuni come Napoli, Milano, Palermo o Bologna, che hanno già celebrato le prime unioni ad Agosto. A volte, come nel caso di Margherita, una donna malata terminale a Milano unitasi pochi giorni prima di morire, anche una settimana può fare la differenza.
Le unioni civili sono solo un tassello rispetto ad una serie di interventi concreti da realizzare contro le discriminazioni, di cui i comuni e in particolare la Capitale devono farsi carico.
E’ per questo che si rende sempre più necessario un incontro tra le realtà LGBTI e la sindaca Virginia Raggi, incontro chiesto già due settimane fa da numerose sigle nazionali e romane, tra cui anche Anddos, sul quale si attende ancora risposta.
La posta in gioco non sono solo le celebrazioni, sulle quali abbiamo ora notizie positive, ma le politiche a tutela delle persone LGBTI e più in generale contro ogni discriminazione: nessun altra città come Roma può dare il buon esempio sul piano nazionale a fronte degli oltre 8000 comuni che si apprestano a rapportarsi non solo con la nuova legge, ma anche con una crescente reazione di intolleranza molto diffusa sul territorio e nei social: ultima triste prova di tutto questo lo sciacallaggio mediatico di alcuni account pseudo religiosi che hanno dato la colpa della tragedia di Amatrice alle unioni civili. Contro questi episodi di vera e propria istigazione all’odio è necessaria una profonda azione culturale che deve necessariamente partire dalle realtà comunali e della quale la città di Roma deve tornare ad essere tra i capofila.
Rosario Coco

Presidente Anddos-Gaynet Roma

Unioni Civili, il PD rompa gli indugi e usi subito il canguro

210321672-f4141547-135e-4b7c-87c9-92e84965c521Siamo indignati dallo spettacolo grottesco al quale stiamo assistendo in Senato sulle unioni civili, un coacervo di ignoranza e presunzione indegno delle nostre istituzioni in cui si è persino arrivati a negare un anno di dibattito in commissione. Siamo costretti ad assistere all’ennesimo rinvio del voto sugli emendamenti, slittato a martedì prossimo. Durante la discussione di ieri è ormai chiaro che la Lega non cederà il passo sugli emendamenti: per questo motivo, il PD deve avere il coraggio di rompere gli indugi e utilizzare sin da subito l’emendamento canguro, che eliminerebbe gli oltre 5000 emendamenti e scongiurerebbe un rinvio del voto finale dopo il milleproroghe a Marzo. Il canguro sgombrerebbe anche il campo dalla maggior parte degli emendamenti dell’area cattolica del PD rompendo di fatto anche l’empasse sulla questione libertà di coscienza, che dopo l’assemblea dei senatori PD svoltasi ieri e conclusasi con un nulla di fatto, si è drammaticamente riaperta anche tra i democratici.
E’ il momento dei fatti quindi: ci aspettiamo concretezza e voto immediato sulla linea della proposta Cirinnà con stepchild adotpion già garantita dal M5S e da Sinistra italiana. Uno slittamento del voto dopo il milleproroghe sarebbe davvero intollerabile.
Imma Battaglia, Presidente Onorario DGP
Rosario Coco, Presidente Anddos-Gaynet Roma
Maria Laura Annibali, Presidente DGP
Adriano Bartolucci Proietti, Presidente Nazionale Gaycs

Roma, inizia il presidio al Senato per le unioni civili – FOTO

12654142_887275461392090_5312615187177769393_n

Ha avuto inizio oggi il presidio di fronte al Senato da parte delle associazioni LGBTI e della società civile, contemporaneamente alla discussione in aula della proposta di legge Cirinnà. Per la prima volta un provvedimento che riguarda le coppie dello stesso sesso e le coppie di fatto in generale arriva in un’aula parlamentare. Presenti anche le organizzazioni studentesche, realtà come a Amnesty international e diversi cittadini  accorsi per manifestare la propria voglia di cambiamento. Obiettivo, far sentire il “fiato sul collo” ai senatori durante tutta la discussione e porre importanti questioni politiche, quali ad esempio l’ennesimo slittamento del calendario:

“Lo spostamento del voto sulle pregiudiziali di costituzionalità alle unioni civili, fino a ieri previsto per giovedì 28 gennaio, è certamente un vantaggio per la piazza omofoba del family day”, dichiarano, in una nota congiunta, Rosario Coco – Presidente Anddos-Gaynet Roma, Imma Battaglia – Presidente Onorario Dì Gay Project, Maura Laura Annibali – Presidente Dì Gay Project, , Adriano Bartolucci Proietti – Presidente Nazionale Gaycs.

12642684_887275408058762_4699890381891130398_n“Le persone sono stanche di questi continui rinvii su un tema cosi importante, specialmente in vista di una piazza in cui andrà in scena il peggiore festival dell’omofobia. Ci aspettiamo una posizione netta da parte del governo nei confronti di chi porterà le persone a Roma con le scuse più incredibili, dal “pellegrinaggio” alla “difesa dei bambini”, per negare i diritti degli altri.

12647426_10153833536129534_3865022185730500175_nDa oggi e nei prossimi giorni – aggiungono –  saremo in presidio per ribadire l’assoluta necessità di questa legge, il minimo sindacale che il governo è riuscito a produrre sui diritti delle coppie omosessuali, e alzare la voce sui temi che riguardano la laicità e i diritti, come la legge contro l’omotransfobia, l’educazione sessuale nelle scuole e, infine, il matrimonio egualitario, che dovrà essere il punto di arrivo della nostra battaglia. Pretendiamo che dal Senato esca la migliore legge possibile e ci aspettiamo in questo senso uno sforzo da parte di tutte le forze laiche e democratiche”. 

Per gli studenti è intervenuta anche Serena Fagiani di Link Coordinamento Universitario, che ha sottolineato l’importanza dell’educazione sessuale nelle scuole e della battaglia culturale sui diritti. “No mediazione, si uguaglianza” è il messaggio che si legge sulle lettere “indossate” di studenti e attivisti delle associazioni insieme, che durante il presidio hanno composto questo messaggio con caratteri “umani”.

Intanto, parte anche la campagna “Family every Day”, promossa, dalle associazioni Condividilove, Famiglie Arcobaleno, Mario Mieli, e dalle realtà  commerciali Muccassassina, Giam e Coming out, in risposta alla piazza di sabato prossimo 30 gennaio, in cui si raduneranno le forze conservatrici.

L’appuntamento in Senato, con il primo voto sulle pregiudiziali di costituzionalità, è adesso per martedì 2 febbraio, alle ore 16:00. Confermata per la stessa ora la mobilitazione delle associazioni.

www.anddos.org

Unioni civili, la piazza è uno stop ai cattodem e ricorda al governo le altre urgenze sui diritti.

_R6B2799Le piazze di ieri sono uno stop senza appello per le proposte di mediazione irricevibili arrivate dall’area conservatrice del PD. Non si possono usare le unioni civili per inasprire le pene su una pratica già vietata in Italia come la gestazione per altri, che non riguarda in alcun modo questa legge e interessa nella stragrande maggioranza dei casi le coppie eterosessuali. Si tratta di una foglia di fico per coprire la volontà di negare diritti alle coppie omosessuali, come dimostra anche l’emendamento che vorrebbe declassare l’adozione del figlio del partner ad “affidamento particolare”, già ritenuto incostituzionale da molti esperti e che non garantisce pienamente la tutela dei minori in questione.
Da queste proposte, emerge tutta l’ambiguità del governo sul tema dei diritti, un’ambiguità che rischia di mettere in crisi una legge indispensabile attesa da decenni da migliaia di coppie, con e senza figli, omo ed eterosessuali, tenendo anche conto della parte che riguarda le convivenze. E’ necessario, infatti, andare oltre le unioni civili e far si che alle leggi seguano azioni concrete sul piano della cultura e del sociale: bisogna rinnovare la strategia nazionale LGBT, troncata da questo esecutivo, che grazie alla collaborazione con il Consiglio d’Europa agiva negli ambiti dell’informazione, della scuola, della sicurezza e del lavoro, bisogna ripristinare il ministero delle pari opportunità, bisogna riavviare il percorso della legge contro l’omo-transfobia. E’ necessario, infine, fare in modo che le unioni civili, siano davvero un primo passo per l’estensione del matrimonio civile a tutte le coppie, unica soluzione per la piena uguaglianza di fronte alla legge.
Per tutto questo, l’appuntamento è ora al presidio in Senato, giovedì 28 gennaio, in Piazza delle Cinque Lune, ore 11:00 (dai la tua disponibilità a presidiosenato@gmail.com

Rosario Coco, Presidente Anddos-Gaynet Roma, Imma Battaglia, Presidente Onorario DGP, Maria Laura Annibali, Presidente DGP, Adriano Bartolucci Proietti, Presidente Nazionale Gaycs